Libera la scuola dal bullismo omofobico!!!

30 Giugno 2014
Articolo modificato: 20 Dicembre 2022

ANNO SCOLASTICO 2013/2014

Emergenza: bullismo omofobico

Come ci siamo mossi:

  • benché il tema scelto fosse stato quello del bullismo omofobico, abbiamo voluto partire da una riflessione sul bullismo a 360 gradi. Per questo motivo abbiamo organizzato sul tema un’assemblea d’Istituto che ha visto la partecipazione di circa 600 alunni. Per conoscere meglio il fenomeno in tutti i suoi risvolti abbiamo pensato di invitare associazioni ed esperti del territorio che lavorano su questo fronte. L’assemblea si è aperta con al testimonianza di Renata Ludovici, una mamma che ha perso un figlio, Francesco, per un atto di bullismo. Il suo intervento ha descritto gli atti di bullismo subiti dal figlio fino all’ultimo che ne ha determinato la morte. Le sue parole ci hanno profondamente commosso e ci ha colpito la sua forza nel reagire ad un fatto tanto tragico con la voglia di trasmettere un messaggio positivo come quello che lei sta portando avanti. Infatti la signora Renata ha fondato l’associazione “Il rifugio di Francesco” che offre sostegno ai ragazzi vittime di bullismo e porta avanti un’opera di sensibilizzazione nelle scuole e in altri ambienti educativi. L’assemblea è stata poi guidata da Fabio Pasquale, un educatore che da anni si occupa di questa  emergenza e che ha fondato l’associazione “Make peace – strategie di pace”. Nel corso dell’assemblea, ci sono stati alcuni nostri compagni, per la verità pochissimi, che hanno espresso apprezzamenti pesanti verso le persone omosessuali pur in mezzo ad una platea che si è schierata nettamente contro le loro posizioni;
  • per capire il livello di sensibilità rispetto a questo problema tra i giovani e gli adulti, abbiamo realizzato un questionario sottoposto ad un campione di 740 persone, di cui 462 giovani dai 14 ai 19 anni e 278 adulti dai 20 anni in su, selezionato fra le differenti  vallate del territorio. Per la predisposizione del questionario, ci siamo consultati con l’Arcigay di Arezzo perché ci potesse fornire un aiuto per la formulazione corretta di alcune domande;
  • abbiamo coinvolto nel nostro progetto Stefano Silvestri, regista, attore e autore freelance, nonché amico e prezioso collaboratore. La collaborazione con Stefano ha preso spunto da un suo progetto, commissionato dalla Regione Toscana, che si sposava perfettamente con quello da noi condotto. Lo scopo finale del nostro lavoro  sarà quello di realizzare una serie di prodotti multimediali che sensibilizzino al tema del bullismo omofobico ma con un approccio diverso da quello tradizionale. Il progetto coinvolge due gruppi di lavoro: il primo si sta occupando della predisposizione dei testi e della costruzione dello story board; il secondo sta lavorando sull’aspetto tecnico e si occuperà più direttamente delle riprese e dei video. I testi e le riprese sono realizzati con gli occhi e la sensibilità di chi conosce e ha riflettuto sugli aspetti e sulle dinamiche più ricorrenti  degli atti di bullismo.

 

Che cosa abbiamo imparato:

  • è necessario contrastare ogni tipo di discriminazione e promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione;
  • il  fenomeno del bullismo e del bullismo omofobico in particolare ci coinvolge molto più di quanto possiamo supporre;
  • se è vero che poche sono le vittime e pochi sono i bulli, molti di noi sono spesso spettatori passivi che vedono ma non intervengono;
  • ad ognuno di noi è chiesto di assumere una posizione: possiamo limitarci a ridere dando sostegno al bullo o a rimanere ad osservare senza intervenire o possiamo schierarci a fianco della vittima. A noi sta la scelta;
  • la vittima può incontrare difficoltà a chiedere aiuto agli adulti (timore di richiamare l’attenzione sulla propria sessualità o di deludere le aspettative di alcune figure di adulto di riferimento);
  • gli stessi insegnanti e genitori possono a volte avere pregiudizi in materia tali da portare a sottostimare o negare gli eventi;
  • la scuola deve essere considerata come  luogo di conoscenza e valorizzazione delle diversità che le ragazze e i ragazzi vivono nell’ambiente scolastico e nel gruppo dei pari, per aiutarli a riconoscere l’altro come passaggio fondamentale nel proprio percorso di crescita e di sviluppo della propria identità, rifiutando ogni forma di discriminazione, emarginazione o violenza legata a qualunque tipo di diversità, anche quella di orientamento sessuale.

Che cosa abbiamo fatto:

  • realizzazione di due ‘corti’ e di un docu-film sul tema del bullismo omofobico con un approccio diverso da quello tradizionale, sintonizzato sul registro dell’ironia. Tali prodotti multimediali saranno destinati a campagne informative e di sensibilizzazione sul tema e verranno distribuiti sul web, su tv locali e in occasione di eventi musicali quale Arezzo Wave;
  • progettazione di un modello di intervento contro il bullismo che verrà sperimentato nel prossimo anno scolastico con l’obiettivo di proporlo come progetto – pilota ad altre scuole del territorio.

 

PER SAPERNE DI PIU’….

Ecco un breve commento sui dati raccolti tramite il questionario

 

  • Nel campione  degli intervistati   dai  14 ai 19 anni, solo l’1% dichiara la propria omosessualità e il 5% genericamente dichiara di avere un orientamento diverso.    A queste percentuali va aggiunto un ulteriore 5% di soggetti che non hanno risposto alla domanda;
  • Nel campione degli adulti,  tutti dichiarano di essere eterosessuali;
  • In relazione al tema dell’omosessualità,  sembra di percepire una difficoltà nel vivere apertamente la propria identità sessuale: infatti  circa  la metà degli intervistati dichiara di avere amici omosessuali non dichiarati;
  • Rispetto a tutti gli item proposti, si riscontra la presenza di una percentuale  che, pur essendo minoritaria, conferma  il permanere di chiusure e pregiudizi nei confronti di chi ha un’identità sessuale diversa. Colpisce che questa percentuale sia più elevata nel campione dei giovani piuttosto che in quello degli adulti.  A  titolo puramente esemplificativo,  alla domanda  ‘Mi arrecherebbe disagio sapere che mio figlio ha un insegnante omosessuale?’, i giovani hanno  risposto positivamente nel 34%  dei casi mentre gli adulti solo nel 15%; ancora, alla domanda ‘L’omosessualità è un indice di degrado morale della società?’, i giovani hanno risposto positivamente nel 28% dei casi mentre gli adulti solo nell’11%; ed ancora alla domanda ‘In luoghi pubblici, la presenza di omosessuali mi arrecherebbe disagio?, i giovani hanno risposto positivamente nel 31% dei casi mentre gli adulti solo nel 14%.
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