Sono stati 41 gli aretini coinvolti nella visita al campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau, il momento più significativo del Viaggio della Memoria organizzato da Comune di Arezzo e Anpi. Erano guidati dal consigliere comunale Renato Peloso, delegato dal sindaco alla cura del gemellaggio tra la nostra città e Oscwiecim, il Comune polacco nei pressi del campo più tristemente famoso e simbolo della Shoah.
Della “delegazione” aretina facevano parte anche 6 studenti del Liceo Artistico Piero della Francesca: “avevamo sentito parlare di numeri, di donne e bambini uccisi, ma un conto sono i libri letti e i film visti, un conto è stato respirare l’aria di Auschwitz e capire che si è trattato di persone strappate dalle loro case e affetti, ingannate e passate dalla vita di tutti i giorni, quella di esseri umani, a un numero. Racconteremo a tutti questa sensazione”.
La visita si è svolta in un clima di commozione e ha coinvolto prima il museo di Auschwitz dove ci sono le baracche che ospitavano i deportati e dove oggi si possono osservare testimonianze terribili di quella che i tedeschi chiamarono “soluzione finale del problema ebraico” e il complesso di Birkenau dove erano ubicati i campi di lavoro e i forni crematori. Di questi ultimi restano le macerie perché i tedeschi in fuga cercarono di distruggere ogni prova dei crimini.
Il viaggio ha avuto anche un momento istituzionale quando il sindaco di Oswiecim, Janusz Chwierut ha ricevuto Renato Peloso e gli aretini. Scambio di doni e parole di grande partecipazione. Peloso in particolare ha donato alcune copie del numero del mensile Aerre dov’è pubblicato il tema del bambino di Arezzo Dario Agnoletti scritto dopo la sua visita di due anni fa ad Auschwitz e il numero degli Annali di Fraternita che contiene anche la storia degli ebrei di Arezzo scritta dal giornalista Marco Caneschi. Janusz Chwierut ha sottolineato che Oswiecim, nella regione della Piccola Polonia e con 60.000 abitanti, è comunque città con 800 anni di storia e ha promesso di venire alla Giostra del Saracino di giugno accettando l’invito formulatogli.
L’auspicio finale, ovviamente, è stato che il gemellaggio tra Arezzo e Oswiecim, unico per l’Italia, possa proseguire all’insegna di questo genere di esperienze per stringere due città, e per estensione due paesi, nel nome dei valori di civiltà. Per non dimenticare.